News: La fine delle mutilazioni genitali femminili nel corso della nostra vita”, discorso di apertura della Dr.ssa Marci Bowers al “Walk to end FGM” che si è svolto sabato 31 ottobre a Washington DC
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12 dic 2015

La Dr.ssa Marci Bowers, chirurgo volontario di Clitoraid, è stata la relatrice principale al “Walk to End FGM” tenutosi a Washington DC sabato 31 ottobre, ospite della Fondazione “Global Women PACE”. Nei passati otto anni, la Dr.ssa Bowers, rinomato chirurgo specializzato nel cambio di sesso a San Francisco, CA, è stata molto attiva nel ricostruire chirurgicamente il clitoride delle vittime di mutilazioni genitali femminili (MGF), sia negli Stati Uniti che in Burkina Faso, in Africa. Ecco il contenuto del suo intervento.

La fine delle mutilazioni genitali femminili nel corso della nostra vita.

Sono molto onorata di essere qui, oggi, in qualità di relatrice. Quando dico onorata, lo dico sinceramente poiché mi ritengo una profana, una spettatrice, una donna privilegiata, un chirurgo, un’attivista, una donna occidentale, caucasica ed educata. Eppure, mi avete invitata e io ne sono veramente onorata. Apprezzo straordinariamente la mia femminilità, perché se conoscete la mia storia personale saprete che me la sono dovuta sudare, e questo mi permette di affrontare il problema delle mutilazioni genitali femminili con una determinazione tutta speciale.

Come ginecologa e medico che ha trascorso gli ultimi venticinque anni nella cura della salute femminile, ho avuto la fortuna di aver acquisito ulteriori competenze chirurgiche che mi permettono di realizzare degli organi genitali sia per gli uomini che per le donne transgender.

Quando esercitavo nei pressi di San Francisco, eliminavamo e ricostruivamo letteralmente degli organi genitali per i transessuali. Non fu per me una sorpresa quando nel 2007 Nadine Gary, direttrice internazionale di Clitoraid, mi contattò per parlarmi di una tecnica ricostruttiva ideata ed eseguita a Parigi dal Dr. Pierre Foldes, allo scopo di ricostruire il clitoride e la sensazione a esso associata di quelle donne che hanno subito mutilazioni genitali. Non ebbi esitazioni a farlo.

Un’attivista dei diritti civili, Rosa Parks, disse: "Non abbiate mai paura di fare ciò che fate, se è giusto". Sapevo subito che era la cosa giusta da fare. Avevo sentito parlare delle minacce rivolte al Dr. Foldes, ma non avevo paura. Sentito di reazioni di scherno e scetticismo da parte dei colleghi, ma non m’importava .

Ero sicura che fosse importante restituire l'opportunità di provare nuovamente del piacere alle donne vittime delle mutilazioni genitali.

Sapevo che le vittime di MGF non potevano essere felici, avendo una ridotta o addirittura totale assenza di piacere sessuale. Ho potuto constatare la misera condizione delle vittime che soffrivano di continui rapporti sessuali dolorosi, incapaci di provare il minimo piacere. Mi sono occupata delle complicazioni delle MGF: infezioni della vescica, cisti da ristagno di liquidi, travagli. A Parigi, incontrai una ragazza la cui sorella gemella mori a otto anni mentre, insieme, stavano subendo tale assurda pratica.

Sapevo delle bugie di coloro che praticano l’escissione, che economicamente ne beneficiano e sanno delle menzogne delle MGF, ma ironicamente continuano a farlo per nutrire le loro famiglie. Ho capito che la celebrazione delle MGF è un rituale, un evento che segna il passaggio alla maggiore età, una tradizione.

Ma ho anche compreso come il senso del piacere sessuale sia alla base dei sensi umani, tanto importante quanto la vista, l'odorato, l'udito, il gusto e il tatto. Immaginate se ci fosse un chirurgo che mettesse a punto un intervento per ripristinare la vista a un uomo cieco, o l'odorato di una ragazza che non ha mai annusato una rosa o l'aroma di una cipolla. Sono d'accordo nel ritenere che le mutilazioni genitali siano una violazione dei diritti umani.

Non c’erano dubbi, i diritti umani di queste donne e ragazze erano stati violati e continuavano a esserlo attraverso la pratica delle MGF.

Quando ho rivisto a Parigi il Dr. Foldes, il cosiddetto "clitoroplastico", per vederlo di persona durante un intervento, capii immediatamente che ciò era qualcosa di molto valido. L'intervento funzionò! Il clitoride non può infatti essere rimosso completamente attraverso le MGF. Mai. Perchéi? Perché il clitoride è molto più grande di quello che chiunque di noi aveva mai pensato, compreso noi ginecologi.

Una delle conseguenze delle MGF, fra le tante, è che il clitoride viene ricoperto da tessuto cicatriziale. Ma esso in realtà è molto grande, come un iceberg, ed è semplicemente nascosto sotto la cicatrice. Durante una ricostruzione, lo ritroviamo sempre. E’ sempre lì. Sempre.

Quindi, l'intervento chirurgico è finalizzato a estrarre ciò che resta del clitoride, a liberarlo dal tessuto cicatriziale e riportarlo in superficie. Poi, parlando con le donne che erano state operate dal Dr. Foldes e successivamente anche da me, mi hanno raccontato le sensazioni che provavano… laggiù. A volte erano spaventose. A volte sono emersi altri problemi. Di tanto in tanto, l'intervento non funzionava come previsto. Ma molte donne hanno testimoniato di aver provato un orgasmo per la prima volta nella loro vita. Dunque, l'intervento sostanzialmente funzionava. Non era qualcosa di perfetto, ma funzionava. C'erano dei rischi nell' operazione, ma funzionava.

Era così nella stragrande maggioranza dei casi. Nel 2013, il Dr. Foldes ha pubblicato il suo studio sulla rivista britannica Lancet e quasi 3000 donne hanno già usufruito della ricostruzione del clitoride. Questi numeri costituiscono la prova per la comunità scientifica che l'intervento è efficace. Inoltre, la chirurgia ricostruttiva che noi e altri nel mondo eseguiamo è del tutto gratuita. In molti casi, siamo anche in grado di ottenere una copertura assicurativa. L'intervento dona speranza alle vittime. Esse ritrovano il controllo della propria identità che sentivano perduta, su corpi che sembravano incompleti e relazioni che non potevano svilupparsi.

L'intervento però non può essere la risposta. Non dovrebbe esserlo. L' intervento non dovrebbe essere necessario. La chirurgia non può mai far recuperare pienamente ciò che è stato perso. Quindi, quello che spero di fare con queste poche parole, è di costruire un approccio, ispirare un progetto, stimolare ottimismo che si possa tradurre nella fine delle MGF nel corso delle nostre vite.

Ci credo veramente, grazie alle vittime che ora parlano, a coloro che praticavano l’escissione e che ora non lo fanno più, agli uomini che vogliono valorizzare la sessualità delle loro mogli e amanti, ai genitori che ora dicono di no, ai media e all'informazione che continuano a parlare delle nostre storie, nonostante alcuni editori si ostinino a vedere l'argomento come "troppo delicato", "troppo controverso", "troppo offensivo" o che semplicemente dicono "no". Grazie a tutto questo, ci stiamo avvicinando alla fine delle MGF.

Per questa ragione, e per molte altre, so che quello che sto facendo è giusto. Quello che tutti noi stiamo facendo qui, oggi, è giusto... questo è un incontro di persone incredibili... tutto questo è giusto.

Io non ho paura. Noi non abbiamo paura. Ci alziamo contro le MGF. Parliamo delle MGF. Così facendo, agiamo concretamente contro le MGF. Stiamo facendo ciò che è giusto.

Vorrei concludere dicendo che, andando avanti, per noi sarà necessario raccontare sempre più le nostre storie. La poetessa Maya Angelou ha scritto: "Non c'è più grande agonia di una storia mai raccontata, che ci teniamo dentro". Raccontate le vostre storie. Educate il mondo. Insegnate a quei medici che quando incontrano una vittima di MGF parlano ai loro colleghi come se si trattasse di qualcosa di raro, un animale da circo davanti al quale restare a bocca aperta. Insegnate loro che ci sono degli interventi chirurgici in grado di correggere questo problema e c’è la possibilità di essere formati per imparare a risolverlo.

Questi medici devono riconoscere la questione, essere educati a riguardo e affrontarla con risolutezza e calma.

In secondo luogo, abbiamo bisogno di parlare con i nostri genitori, i nostri parenti, qui e dove le MGF sono ancora praticate. Dobbiamo essere onesti circa le nostre esperienze, il nostro dolore, la nostra perdita, le nostre paure, in modo che lentamente, ma inesorabilmente, coloro che la praticano cesseranno di farlo. Rispettate la tradizione, ma rifiutare la pratica delle MGF.

Vi lascio con le parole di Eleanor Roosevelt, che una volta disse: "Devi fare la cosa che pensi sia impossibile fare".


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